sabato 3 maggio 2014

OSSERVATORIO INTERRATO

Come annunciato ecco la base dedicata ai due genieri tagliafili. Osservatorio interrato, tecnicamente detta garitta prismatica era stata studiata come postazione d’osservazione non offensiva. In piastre d’acciaio dello spessore di 16 mm veniva interrata per un metro e sessanta e poteva alloggiare una coppia di osservatori.
Sulla base ci sono le impronte per posizionare i genieri come suggerito ma nulla vieta di metterli in altro modo. Qui dipinta con la tecnica della lacca e il sale per imitare la ruggine, è completata dal filo spinato Milit Model (non incluso).

Buon Lavoro!





GENIERE TAGLIAFILI 2


NUOVO SOGGETTO, SECONDO GENIERE CON ATTREZZATURA COMPLETA..

Interagente col primo soggetto, questo geniere indossa un elmetto di diversa fattura dal primo e stivaloni in gomma. Sulla base, incluso nel kit uno scudo Masera con leva di supporto, utilizzabile anche per altri progetti. Lo scudo Masera era spalleggiabile. Liberamente ispirato ad una tavola di Pietro Compagni, tratta a sua volta da una famosa fotografia d’epoca. Presto una base dedicata per ospitare i due soggetti insieme.
La resina è priva di bolle e di materozze; l’asta del tagliafili, è già tagliata di misura.
(pittura di A.Terzolo)

L’ultimo soggetto della Milit Model è un geniere tagliafili delle cosiddette “compagnie della morte” per via dell’alto rischio al quale si esponevano questi eroici soldati. La grande guerra infatti, essenzialmente…..(prosegue nell’ articolo qui a fianco)


GENIERE TAGLIAFILI

Novità Milit Model – GENIERE TAGLIAFILI-
L’ultimo soggetto della Milit Model è un geniere tagliafili delle cosiddette “compagnie della morte” per via dell’alto rischio al quale si esponevano questi eroici soldati.

La Grande Guerra, essenzialmente una guerra di posizione, caratterizzata da trincee e da una massiccia presenza di reticolati , impose l’organizzazione di apposite squadre tagliafili, composte da “Volontari Esploratori” che avevano il compito di eliminare gli sbarramenti di filo spinato, aprendo un varco per le truppe sopravanzanti alle loro spalle. Con la circolare nr. 496 P.R.S. del 16 giugno 1915 fu prevista la costituzione di appositi reparti composti da squadre di 3-4 guastatori artificieri del Genio, che favorite dall’appoggio di fuoco fornito da 3 o 4 squadre di fucilieri della stessa unità impiegando pinze tagliafili e gelatina esplosiva, avevano il compito di distruggere le ostruzioni di filo spinato.

Nascevano così quelle che sarebbero divenute famose come “Compagnie della Morte”, reparti d’assalto di genieri, lungi dall’essere volontari come gli arditi dal ’17 in poi , animati solo da grande spirito di abnegazione e senso del dovere.


Si può immaginare cosa volesse significare tentare di aprire un varco attraverso i reticolati nemici, armati di normali cesoie e un tubo di gelatina esplosiva , totalmente esposti al fuoco nemico.
A parziale difesa del corpo vennero distribuite le famigerate “corazze Farina” dal nome del suo ideatore, le quali, sorta di giubbotto anti proiettile ante litteram, avrebbero dovuto proteggere petto, spalle e testa dei soldati. Tuttavia l’elevato peso, l’ingombro e la scarsa efficacia non incontrarono quasi mai l’approvazione incondizionata dei soldati. Va segnalato inoltre che c’era tutta una serie di corazze individuali di svariate fogge e misure in libera vendita pubblicizzate sui giornali; non è raro infatti trovarsi di fronte a protezioni di acquisizione privata.


venerdì 2 maggio 2014

Marcia su Roma

GRANDE!!


Enrico Carioli

Ecco la monaca nella bella interpretazione di Enrico Carioli. Bravissimo.


Ugo Wilach

Il Don Gnocchi (uno dei tanti dipinti da Ugo) nella versione con una croce autocostruita. Ottimo!!!!!!


Aldo Moretti 2

Altro lavoro fantastico di Aldo. Un flammmiere con i pantaloni in tela bigia.

Non lo dico per piaggeria o per amicarmelo perchè tanto è già un cliente che aspetta le novità però credo che stavolta abbia superato se stesso. Il figurino e l’ambientazione sono veramente dipinti bene. Ottimo. Bravo. Grazie.



Davide Carniato

I lavori di un altro amico patito di pezzi Italiani come tanti di noi e la sua interpretazione del flammiere milit model, Davide Carniato. Bravo!



Osservate il lavoro di dettaglio su guaina e apparato e il lavoro di imperniatura consigliato se avete intenzione di fare qualche mostra e portare in giro i vostri pezzi!….

Aldo Moretti

Il lavoro di pittura e di conversione dell’ardito MilitModel nelle foto dell’appassionato e competente Aldo Moretti.



Claudio Lombardi

Alpino milit model nell’interpretazione dell’amico Claudio Lombardi . Si tratta di una conversione ben riuscita. Alpino del Vestone 1915 .





LENTI PER MASCHERA ANTIGAS

Quando mi trovo di fronte ad una struttura cava, tipo le lenti della maschera antigas della monaca ma anche di fanali o simili uso questo sistema per riprodurre l’effetto vetro/lente. Si tratta di un accorgimento interessante, d’effetto e rende molto bene nelle foto.
Tutto sta nel colare della colla bi-componente con l’aiuto di uno stecchino come si vede nella foto. E’ un lavoro da fare alla fine, quando il figurino è già dipinto completamente e già imbasettato. Se avete intenzione di utilizzare delle polveri o dei gessetti per l’invecchiamento fatelo prima di questa operazione, rischiereste di compromettere la lucentezza della colla. Io dipingo il fondo della cavità in marrone scuro ma potete usare anche un fondo bruno rossiccio o anche nero. Magari fate prima delle prove su un vecchio modello. Per aumentare il realismo dipingo il bordo interno con dell’argento/metallo puro.


Usate una colla di quelle che impiegano 3/5 minuti per indurire. Mescolate accuratemente e con lentezza evitando la formazione di bolle che altrimenti restano intrappolate. Aspettate l’inizio della catalizzazione e colatelo nella cavità appunto con l’aiuto di uno stecchino, mantenendo il figurino in orizzontale fino a totale indurimento,. Magari fate un occhio per volta come ho fatto io. Buon lavoro.

FIASCHI E BOTTIGLIE

Dettagli in resina per i vostri modelli. Italianissimi fiaschetti e immancabili bottiglie da unire alla popolare damigiana.


UN POSTO AL SOLE II°

La novità del mese di settembre fresca fresca per Novegro è questo coloniale della guerra d’Abissinia sul finire del 19° secolo, ed ho intitolato la scenetta “un posto al sole” definizione comunemente riferita agli imperi europei coloniali. La maggioranza delle potenze europee lottarono infatti per ottenere il loro posto al sole attraverso un’intensa attività di spedizioni e colonizzazione dei continenti, principalmenteAfrica e Asia. Ispirato dopo aver letto il libro di Lucarelli “l’ottava vibrazione” romanzo ambientato sullo sfondo della disfatta di Adua, il modello nacque inizialmente come pezzo unico. 
Migliorato nella scultura mantiene però l’idea di fondo; quella del sottufficiale in sovrappeso imboscato nelle retrovie a bere karkadè, o perlomeno intento a ritagliarsi il Proprio posto al sole. Il tentativo è quello di ricreare un piccolo bar improvvisato per servire gli inaspettati ospiti-occupanti. Base con assi di legno e scalino, nella scatola troverete anche tavolino, teiera, tazza e la porzione di una tenda per ripararsi dal sole. (bacchetta non inclusa, consiglio di farne una solidale alla base con del filo animato da un millimetro).



Il karkadè

Karkadè o the rosso d’Abissinia era di gran moda in quegli anni anche qui in Italia, annoverato fra i prodotti coloniali. Può essere consumato caldo (dal vago sapore agre) o freddo, per le forti capacità astringenti che aiutano a combattere la disidratazione e la sete. La teiera apposita, in due recipienti impilabili permette l’infusione delle foglioline con l’acqua calda (sopra) e la conservazione di ulteriore acqua calda (sotto) per allungarlo a piacimento.


GABBIONE

La novità di Giugno 2010 Milit Model. Si tratta di un gabbione per trincea, fatto con rami intrecciati caratteristico di tutti i fronti della Grande Guerra ma plausibile anche per soggetti Napolonici e Guerra di Crimea ma anche della guerra civile americana per esempio. In resina.


CREST PER BASETTE

Un crest per le vostre basette ricavato da un originale di croce al merito di guerra del regno. Altissimo dettaglio, qui dipinta solo con una bomboletta spray, in resina.


FLAMMIERE


FLAMMIERE ITALIANO NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Dapprima utilizzati dagli Austriaci contro le truppe Italiane gli apparecchi “lancia fiamme” vennero presto adottati anche dal nostro stato maggiore. In un primo tempo utilizzando materiale di fornitura estera poi producendone di nazionali su licenza. L’apparecchio qui riprodotto col figurino è il modello “apparato italiano” a getto intermittente. Nel 1916 il primo reparto venne inviato al fronte, composto da personale del genio. Nel 1918 il Comando Supremo decise l’assegnazione di una compagnia di lanciafiamme, ormai diventata specialità, per ogni reggimento di Fanteria , Bersaglieri e Granatieri e per ogni battaglione di Alpini. Mentre gli Arditi già dal 1917 ne avevano una sezione per ogni compagnia. Non è difficile immaginare cosa potesse significare essere flammiere di quei tempi, muovendosi con della benzina sulle spalle dove volano pallottole e schegge ed essere il bersaglio preferito dei cecchini. I prigionieri catturati che indossavano il fregio di specialità venivano subito passati per le armi.

La novità sta anche nella scatola, stavolta non è un pacchetto di sigarette..si lo so avevo promesso …ma manterrò ! Per intanto nelle scatole delle sigarette continuo a mettere gli accessori, solo che questi due ultimi figurini non ci stanno, l’ambientazione mi porta via troppo spazio. Comunque per distinguerci oltre al figurino in metallo nella scatola troverete qualcosa per le ambientazioni. Nel dettaglio col flammiere erba di posedonia e frammenti di autentica roccia carsica, col bersagliere foglioline naturali e anche qui frammenti di roccia carsica per le vostre ambientazioni.










BASE CON PROIETTORI LIVENS

Nella Guerra dei Gas i Livens Projectors venivano utilizzati per il lancio di bombe a carica venefica.

Si trattava fondamentalmente di tubi interrati, collegati ad un accenditore elettrico che dava l’impulso per lo scoppio. Se il terreno era fangoso o comunque smosso per l’interramento conl’esplosione i tubi tendevano ad autosotterrarsi da soli. Vi sono molte fotografie che li ritraggono carichi pronti all’uso con una piccola spartana copertura, un pezzo di cerata trattenuto da uno spago. In altre foto del dopo esplosione se ne vedono alcuni con ancora il proietto inserito, indicazione della relativa affidabilità dell’arma, forse dovuta all’instabilità dell’accenditore elettrico.











PASSEROTTI E COLOMBE

Piccoli complementi per i vostri diorami e scenette………(tetto non incluso)



IL LANCIABOMBE GUSMAN



Dalla Milit Model ecco un piccolo complemento per le scenette della prima guerra mondiale: il lancia bombe Gusman. Può essere montato in posizione di sparo ma con le astine ripiegate diventa spalleggiabile come l’originale. Nella confezione troverete un filo di rame per riprodurre il cordino di trasporto.

Il lancia bombe Gusman era un semplice ed economico sistema di sparo costituito da un bossolo di granata da 75mm fissato su un travetto di legno. Sul davanti recava due aste di metallo appuntite per fissarlo al suolo. Lo scoppio dell’accensione avveniva per mezzo di una cartuccia inserita in un foro focone che innescava una carica di polvere nera come in un mortaio medievale insomma. Le cariche di lancio, sacchettini con quantità variabile di polvere nera consentivano una gittata di 100/200 metri. Malgrado la natura rudimentale il gusman era comunque un’ arma temibile. Poteva lanciare infatti diversi tipi di bombe incendiarie, esplosive e a frammentazione del peso anche di due chili, due chili e mezzo. In effetti era in grado di sparare qualunque cose passasse nell’ogiva e sul campo marchingegni simili furono adattati per lanciare anche le bombe a mano.

Colorazione: color legno più o meno usurato su tutta la struttura e metallico ferro scuro su camera di scoppio-bossolo e lamine di fissaggio. Idem per le astine.