I guerrieri Spartani dell’antica Grecia venivano allevati fin da piccoli alla dedizione al combattimento, alla guerra e al proprio compagno. Si selezionavano delle coppie di bambini che avrebbero combattuto insieme fino alla morte, guardandosi le spalle l’un l’altro fino alla fine; la resa infatti non era contemplata e come ultimo gesto avrebbero dovuto eventualmente togliersi la vita vicendevolmente. Probabilmente memori di freschi studi classici, i giovani ufficiali degli Arditi inserirono quindi la coppia come unità base anche tra le truppe d’assalto, senza dover arrivare a limiti estremi. Per cui non compagnia, squadra o plotone, la forza degli arditi si basa sulla coppia, incitando la frequentazione anche durante la libera uscita. Quindi uno dei due lancia petardi per disorientare il nemico e l’altro tira fendenti di pugnale a destra e a sinistra.
Il pugnale è l’elemento caratterizzante e insostituibile dell’Ardito, più delle fiamme nere al bavero, e più del fregio col gladio. Ve n’erano di tutte le foggie, sempre taglientissimi e spavaldamente portati al fianco.