venerdì 2 maggio 2014

UN POSTO AL SOLE II°

La novità del mese di settembre fresca fresca per Novegro è questo coloniale della guerra d’Abissinia sul finire del 19° secolo, ed ho intitolato la scenetta “un posto al sole” definizione comunemente riferita agli imperi europei coloniali. La maggioranza delle potenze europee lottarono infatti per ottenere il loro posto al sole attraverso un’intensa attività di spedizioni e colonizzazione dei continenti, principalmenteAfrica e Asia. Ispirato dopo aver letto il libro di Lucarelli “l’ottava vibrazione” romanzo ambientato sullo sfondo della disfatta di Adua, il modello nacque inizialmente come pezzo unico. 
Migliorato nella scultura mantiene però l’idea di fondo; quella del sottufficiale in sovrappeso imboscato nelle retrovie a bere karkadè, o perlomeno intento a ritagliarsi il Proprio posto al sole. Il tentativo è quello di ricreare un piccolo bar improvvisato per servire gli inaspettati ospiti-occupanti. Base con assi di legno e scalino, nella scatola troverete anche tavolino, teiera, tazza e la porzione di una tenda per ripararsi dal sole. (bacchetta non inclusa, consiglio di farne una solidale alla base con del filo animato da un millimetro).



Il karkadè

Karkadè o the rosso d’Abissinia era di gran moda in quegli anni anche qui in Italia, annoverato fra i prodotti coloniali. Può essere consumato caldo (dal vago sapore agre) o freddo, per le forti capacità astringenti che aiutano a combattere la disidratazione e la sete. La teiera apposita, in due recipienti impilabili permette l’infusione delle foglioline con l’acqua calda (sopra) e la conservazione di ulteriore acqua calda (sotto) per allungarlo a piacimento.